Se questo è un uomo… Non deve dimenticare

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario

Nell’opera Se questo è un uomo, Primo Levi pronuncia queste verissime parole nel raccontare le atrocità dell’Olocausto… Atrocità di cui lui stesso fu testimone.

Il diavolo ariano e gli angeli bianchi dell’Est

Olocausto… Una semplice quanto dolorosa parola.

Ogni anno mi ritrovo a scrivere un pensiero in questa triste, ma significativa, giornata. E ogni anno avverto un enorme peso nel riflettere su tutte quelle vittime che persero la vita nei lager. Non solo ebrei, ma anche omosessuali, zingari, disabili, oppositori al regime nazista. Una decisione presa naturalmente da Adolf Hitler, un uomo (se così possiamo definirlo) insignificante (Hannah Arendt, in seguito, avrebbe parlato di “banalità del male“) che aveva decretato che quella tedesca fosse la “razza ariana“, la razza pura… A detta sua e dei suoi adepti, la sola “razza” degna di comandare ed essere rispettata.

Il 27 gennaio fu scelto come giornata-simbolo per non dimenticare mai gli orrori dell’Olocausto (Shoah, in ebraico).

Sono trascorsi 77 anni da quella data in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.

77 anni dal giorno in cui i prigionieri del campo, guardando oltre il filo spinato che, per troppo tempo, aveva rappresentato quella loro prigione, scorsero in lontananza delle figure, totalmente immerse nella neve di gennaio, avanzare verso di loro.

77 anni da quando le truppe sovietiche, durante la loro marcia verso la Germania nazista, scoprirono (e rivelarono al mondo intero) l’orrore del genocidio, che portò alla morte di 6 milioni di ebrei (tra uomini, donne, bambini, anziani…).

La Memoria contro l’oblio della storia: per non dimenticare mai quella tragedia che fu l’Olocausto

Molti furono i testimoni degli orrori a cui assistettero (e che vissero in prima persona). Alcuni raccontarono la loro esperienza affinché nulla potesse essere dimenticato né potesse capitare ancora… Altri non ebbero la forza di ripercorrere quel dolore, che avrebbero comunque portato sempre con sé. Per tutti, quei ricordi sarebbero rimasti indelebili… Incisi a fuoco nei loro spiriti e sulla loro pelle.

Primo Levi ha ragione.

Non potremo mai comprendere neppure lontanamente tutto quel male, tutta quella paura… Eppure, la conoscenza è la cosa fondamentale. Perché solo attraverso la conoscenza di orrori come l’Olocausto (e non solo) è davvero possibile impedire che simili atrocità possano capitare ancora. La conoscenza non è solo un modo per ricordare e commemorare tutte quelle vittime… È un modo per onorare la loro memoria. Non solo quella dei caduti dei lager, ma anche di quei sopravvissuti che hanno raccontato la loro storia, facendo i conti con un passato di terrore, chiedendo indirettamente a tutti noi di non abbandonare nel dimenticatoio una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità.

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no