Iran. Le donne in piazza per il cambiamento

​È difficile credere che certe cose possano capitare nel 2022. Eppure è così: ciò che sta succedendo in Iran ne è la conferma.

Iran, 16 settembre.

Una giovane ragazza, Mahsa Amini, viene arrestata, torturata e uccisa perché non indossava lo hijab nella maniera “corretta”. Sempre ammesso che esista davvero un modo corretto di indossarlo.

Iran, 25 settembre.

A nove giorni di distanza, un’altra giovane ragazza, Hadis Najafi, trova la morte a causa di sei proiettili durante una manifestazione: era diventata il simbolo delle proteste per Masha.

Proteste in nome della libertà

Due ventenni uccise dal patriarcato e dall’integralismo, solo per il loro desiderio di libertà. Due giovani vite spezzate, alle quali, in questi tragici giorni, si sono aggiunte quelle di molti altri. 700 gli arresti, 50 i morti… Tutti manifestavano per la loro libertà, diritto inalienabile di ogni singolo essere umano. E le proteste dall’Iran si sono estese a tutto il mondo, con slogan come “Le donne devono essere libere di indossare quello che vogliono“, “le persone vengono uccise per la libertà in Iran“, “l’Iran deve porre fine all’uso della violenza contro le donne che esercitano i loro diritti fondamentali“, “mobilitiamoci: le donne in piazza porteranno il cambiamento“. 

In battaglia senza paura

E sulle note di Bella Ciao, cantata in lingua persiana, quelle donne in piazza affrontano il regime dell’Iran togliendo il velo, mostrando i loro capelli come un grido di battaglia, legandoli, tagliandoli con le forbici…

Come dice la giornalista iraniana Masih Alinejad, da sempre attivista al fianco delle donne: Il regime iraniano ha pistole e proiettili, ma ha paura dei nostri capelli.