Donne, giornalismo e body shaming. Il caso Giovanna Botteri

In questi giorni sta avendo luogo un dibattito che vede protagonista la giornalista Rai Giovanna Botteri, ingiustamente sottoposta a body-shaming e criticata per il suo aspetto fisico e per il suo look.
A quanto pare, in Italia, se una giornalista non si trucca, non si fa la messa in piega quotidiana, non cambia abito ogni giorno diventa inevitabilmente bersaglio di critiche e derisioni.
Ecco perché voglio condividere le brillanti parole della giornalista:


Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettetemi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi. Qui a Pechino sono sintonizzata sulla BBC, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno piu’ ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne.

Giovanna Botteri: un esempio da seguire

Giovanna Botteri, da tempo, viene giudicata e offesa per come si veste, per i suoi capelli, perché durante i suoi servizi non indossa una maschera di trucco pesante. Ma credo proprio che il giornalismo sia ben altro. Lo dico dopo aver studiato giornalismo per due anni all’Università e lo dico in quanto orgogliosamente femminista e intollerante nei confronti di commenti che lasciano trapelare tutta la superficialità della nostra società.
La Botteri è una vera professionista, una giornalista con la G maiuscola, che ha seguito, in qualità di inviata speciale, grandi avvenimenti internazionali. Per citarne solo alcuni: il crollo dell’URSS (1991), la guerra d’indipendenza in Croazia (1991), la guerra in Bosnia e l’assedio di Sarajevo (1992-1996), il G8 a Genova (2001), il rovesciamento del regime talebano in Afghanistan.

Personalmente, credo che una persona del genere si possa solo che ammirare: come giornalista e come donna. Ed è anche da ammirare il modo in cui, con grande dignità e fermezza, risponde alle critiche:


Lavoro come una dannata, corro, non ho tempo né voglia di pensare all’abito, ho comprato uno stock di maglie di diversi colori, le lavo e le rimetto. Tranquilli perché le cambio ogni giorno. Mi lavo i capelli, non mi interessa perdere tempo a farmi la messa in piega o a truccarmi, sono una donna normale. Faccio giornalismo non spettacolo.